Televisione in Italia: quando è nata e come si è sviluppata

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La televisione ha un ruolo chiave nell’economia e nella circolazione dei prodotti audiovisivi italiani, tanto che moltissime persone decidono di trasferirsi a Roma o a Milano per lavorare in quest’ambito. Ciò avviene per l’abbondante presenza di studi Rai e Mediaset, nei quali vengono girati quasi tutti i programmi di culto amati dalla popolazione. Storicamente parlando, sin dalla sua nascita la televisione rappresenta un polo culturale per l’Italia, oltre ad essere un settore in costante crescita per le posizioni di lavoro offerte a stagisti, professionisti e giovani sognatori. 

Anche se negli anni ’80 l’avvento di Berlusconi ha contribuito a dare a Milano un ruolo importante nel mondo della televisione, Roma continua a rappresentare un punto di riferimento; tra Rai e reti private infatti il numero di persone impegnate nel settore è piuttosto alto e non è da escludere che in alcuni periodi tra gli annunci di offerte di lavoro per Roma si possano trovare delle opportunità in tale ambito. Ma proprio perché la televisione è un perno della nostra nazione, è importante conoscerne la storia: di seguito un approfondimento su quando è nata e come si è sviluppata la televisione in Italia

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Quando è nata la televisione in Italia

La nascita della televisione in Italia ha una data ben precisa, nonché una sede: 3 gennaio del 1954, all’interno degli studi Rai di Torino si dà il via alle primissime trasmissioni televisive italiane. Inizialmente, gli abbonati registrati erano stati circa 24.000, e la televisione non è altro che uno strumento pedagogico adoperato per elaborare e diffondere informazioni ed educazione. L’intrattenimento era solo accennato, e di fatto il teatro aveva spazio esclusivamente il venerdì sera. Per quanto riguarda la pubblicità in televisione, il primo lampante esempio lo si ha nel 1957, quando nel programma contenitore conosciuto come “Carosello”, le inserzioni avevano uno spazio di 10 minuti. 

Uno dei primi programmi celebri a scopo pedagogico fu “Non è mai troppo tardi”, ovvero un corso finalizzato all’insegnamento della lettura e della scrittura, poiché i numeri sugli analfabeti in italiano erano allarmanti. Poi, nel 1960 la politica entrò nel giro televisivo, anche perché la Rai era gestita dal governo democristiano. Il primissimo programma in tal senso è “Politica Elettorale”, dove i politici esponevano l’ideologia del partito a cui appartenevano poco prima delle elezioni. Successivamente arriva anche il programma “Tribuna Politica”, che rompe definitivamente il ghiaccio e dà la parola ai politici, i quali venivano intervistati in diretta dai giornalisti. Tra i primissimi programmi di intrattenimento c’era il quiz “Lascia o raddoppia?”, che all’inizio degli anni ‘60 riscuoteva un certo successo. 

Gli sviluppi della televisione in Italia

La svolta vera e propria arriva con il secondo canale Rai, le cui trasmissioni cominciano nel 1961. Se il primo puntava tutto sul teatro, questo secondo puntò tutto sul cinema. Infatti, la televisione produceva numerosi grandi sceneggiati tratti da romanzi classici come quelli di Alessandro Manzoni, nonché I Miserabili di Victor Hugo. Lo sport viene trasmesso in diretta a partire dal 1968, anno in cui si svolsero le Olimpiadi in Messico. Negli anni ‘70 la Rai cominciò a produrre film, e in un anno arrivò addirittura a finanziarne 115. Gli abbonati passano da 24.000 a 6 milioni negli anni ‘60. 

L’introduzione dei canali privati locali e l’ascesa della Fininvest

Nella metà degli anni ‘70 nascono i canali privati locali, e il successo di quest’iniziativa era lampante, tanto che nel 1981 c’erano ben 600 emittenti private. A partire dal 1977, in ritardo con il resto del mondo, la televisione italiana comincia a trasmettere i suoi programmi a colori. La pubblicità nel mentre divenne simile a quella dell’epoca contemporanea, e nel 1979 nasce il terzo canale Rai. L’ascesa della Fininvest di Silvio Berlusconi avvenne negli anni ‘80, quando in seguito a varie controversie legali, essa diffonde i suoi programmi in tutta Italia, dando avvio al duopolio Rai-Fininvest